Sabato pomeriggio 27 agosto 2022 presso la Capanna Scout a Li Curt, ha avuto luogo una festa molto particolare e significativa: la comunità ucraina, che in questi mesi ha trovato casa in valle, ha voluto organizzare un incontro con la nostra popolazione, per ringraziare dell’accoglienza ricevuta, ma anche per presentarsi e raccontarsi, superando i limiti linguistici. E ha voluto farlo in concomitanza della festa della liberazione ucraina, avvenuta 31 anni fa.
di Serena Bonetti
Una maglietta bianca, un paio di jeans, un nastrino giallo e azzurro sul cuore e tanta dignità, hanno voluto raccontare in italiano cosa sta vivendo il loro paese: in seguito all’invasione russa il loro popolo poteva vincere o morire; l’Ucraina ha scelto la lotta, perché non era pensabile vivere sotto una dittatura. Poi tutti in piedi davanti a noi, con alle spalle proiettata la loro bandiera sventolante sul cielo dell’Ucraina, hanno cantato in coro il loro inno nazionale. La mano sul cuore, lo sguardo fiero, la malinconia che diventava forza. La commozione e la fragilità l’abbiamo sentita noi invitati a quella festa. L’immagine delle due bambine bionde, serissime, con la mano sul cuore, concentrate nel canto è stata potente.
L’applauso è stato lungo e sentito, ma era solo l’inizio: balli, altri canti, un assaggio di un brano suonato su una specie di flauto, strumento antico tipico del loro paese, e poi un video sulla loro terra, sulla bellezza di quei luoghi. Immagini idilliache, di una terra che ancora era in pace, dove le stagioni cambiavano paesaggi e colori. Posso immaginare le emozioni che potevano sentire guardando quelle immagini: è venuta anche a me una sorta di malinconia commossa.
Poi è continuata la voglia di dire grazie, grazie alla valle che li ha accolti, alle persone che li hanno aiutati. E lo hanno fatto con un video creato da loro, un po’ serio un po’ ironico davvero simpatico e toccante (gentilmente fornito per questo articolo). Il senso di gratitudine infine è passato anche attraverso il cibo, mettendo in tavola per noi un sacco di prelibatezze, tutte ricette ucraine.
Penso alla parola Comunità e cerco nel dizionario la definizione precisa: insieme di persone unite tra loro da rapporti sociali, linguistici e morali, vincoli organizzativi, interessi e consuetudini comuni. Ecco, mi dico, queste giovani donne, coi loro bambini, con pochi uomini, coi loro problemi e le loro ferite, con la loro fierezza e sensibilità, sradicate dalla loro terra, sono davvero una comunità.
Una festa riuscita e apprezzata!